Inizia con mia madre, originaria di Palomonte e mio padre, anche lui palomontese, la storia della mia famiglia.
Il primo ad emigrare in Argentina, nel 1951, è stato mio padre, poi è arrivato il turno di mia madre, poco dopo. La ragione che ha spinto entrambi alla partenza è stata di natura economica, potrei dire per il timore di non avere un futuro dignitoso e un lavoro onesto. Si sono sposati dopo poco tempo, forse dopo due o tre mesi di conoscenza, successivamente hanno iniziato a vivere una vita insieme.
Mia madre non aveva alcun parente in Argentina, eccezion fatta per una sua cugina che si era trasferita prima di lei. Mentre mia madre non ha mai imparato la lingua del posto e parlava in italiano o in dialetto palomontese, mio padre conosceva perfettamente lo spagnolo. Entrambi, mio padre e mio madre, hanno sempre provato una certa nostalgia per la loro terra e questo li ha spinti a ritornare a Palomonte, rispettivamente, mio padre nel 1973 e mia madre nel 1997. Io sono nata in Argentina, dove vive anche mia sorella, più grande di me. Qui i miei, lavorando duramente, non mi hanno mai fatto mancare nulla: ho avuto la possibilità di studiare, cosa che mi ha consentito di diventare professoressa di scienze giuridiche, ora in pensione, e mi hanno tramandato un po’ della nostalgia della loro terra mai scalfita che hanno sempre provato loro ancor prima di me. Quando si emigra c’è un filo che lega per sempre chi parte al luogo di partenza.
Sono venuta a Palomonte per la prima volta due anni fa, nel 2017, quando io e mio marito abbiamo avuto l’opportunità di conoscere questo splendido paese. Grazie a Facebook siamo riusciti a metterci in contatto con i nostri parenti palomontesi e finalmente ci siamo ritrovati, o dovrei dire trovati, dato che con la gran parte di loro non ci conoscevamo. Qui abbiamo conosciuto un gran pezzo della nostra famiglia di cui, fino a due anni fa, sapevamo pochissimo. In passato abbiamo incontrato solo due dei nostri parenti, Giuseppe ed Ada, che avevano deciso di fare il loro viaggio di nozze a Buenos Aires.
Nel 2018 ho detto a mio figlio Rodrigo, che aveva deciso di partire con un amico in viaggio per l’Europa, di passare per l’Italia, fare tappa a Palomonte, scoprire la terra dei suoi nonni ed incontrare i suoi parenti italiani. È stata una vera sorpresa per tutta la famiglia! L’anno dopo io, mio marito siamo ritornati in occasione dell’invito di matrimonio di una nostra parente, Ilaria, ma questa volta più da soli, ma con nostro figlio Rodrigo. L’ospitalità e l’amore che abbiamo ricevuto qui è stato qualcosa di incredibile. È difficile spiegarlo se considero quanto poco ci conoscevamo e quanto eravamo lontani, quanto grande era, ed è, la distanza che separa Palomonte da Lanùs, città in cui abitiamo, a circa 10km da Buenos Aires.
Qui a Palomonte abbiamo visto molti posti, dalla Chiesa Madre del centro storico ai reperti bizantini della Chiesa di Sperlonga. Ciò che più mi ha colpito è stato visitare la vecchia casa dei miei genitori: sapere di essere nello stesso luogo in cui avevano vissuto, percorrere una strada già percorsa mi ha fatto stare bene, sentire a casa, nonostante quella non fosse la mia vera casa, un’insolita ma stupenda sensazione che ho tutta l’intenzione di riprovare in futuro. Il mio non è certo un addio: è soltanto un arrivederci, magari all’anno prossimo.
A cura di Giuseppe Caputo