Faccio parte della prima generazione di emigrati palomontesi nata all’estero. Quando i miei genitori sono emigrati dall’Italia, diretti in Canada, non conoscevano per niente l’inglese. Questo spiega perché l’italiano sia la mia prima lingua: fino a quando non ho iniziato la scuola, dove ho cominciato ad apprendere l’inglese, l’unica lingua che conoscevo era l’italiano perché era l’unica lingua conosciuta dai miei genitori, entrambi italiani, mia madre palomontese e mio padre trentino. Vengo in Italia da quando avevo 5 anni e ho notato che, mentre molti italiani tendono a sottolineare la propria appartenenza ad un luogo, che spesso alimenta la differenza fra Nord e Sud Italia, quando emigrano e vanno all’estero questa differenza scompare. È successo nel caso di mia madre e di mio padre, lei del Sud, lui del Nord. È una regola che, per quanto possa sembrare strano, vale solo in Italia, perché scompare del tutto fuori confine.
Vivo a Toronto, città all’estremo Sud-Est del Canada e capoluogo della provincia dell’Ontario. A differenza di Palomonte qui la temperatura oscilla da +40° a -40° e sia il mare che la montagna sono due sconosciuti ai nostri occhi. Pianure e laghi, invece, li conosciamo bene, per questo andiamo spesso al lago il fine settimana. Qui a Toronto sono un chimico analitico. Lavoro in un’azienda che produce software e mi occupo di analizzare chimicamente ogni sostanza farmacologica prima che venga messa in commercio e, se c’è una qualsiasi forma di impurità potenzialmente pericolosa, la segnalo per evitare rischi per la salute delle persone. Ho studiato per vent’anni cos’è la molecola e quali sono i meccanismi che regolano la vita molecolare.
Come fra le molecole si instaurano legami chimici, così io conservo un legame con quello che considero un po’ il mio paese, Palomonte, che ho visitato per la prima volta quando avevo 5 anni, poco prima del terremoto. Poi ci sono ritornato, rispettivamente, nel 1989, 1991, 2001, 2005, 2017 e infine, quest’anno nel 2019. Mi piace Palomonte, qui da voi ho qualcosa che non ho a Toronto: i miei parenti. Mentre i familiari di mia moglie sono tutti in Canada – quasi tutti sono progressivamente emigrati dall’Italia raggiungendo i loro familiari in territorio canadese – io lì ho solo due cugini trentini, dalla parte di papà, ma nessun parente palomontese. Per questo voglio che i miei figli conoscano Palomonte e trascorrano del tempo con i loro parenti. Non solo. Ci tengo che conoscano l’italiano. Per questo seguono per tre ore a settimana corsi di lingua italiana a scuola: deve esserci un legame con l’Italia, nel mio caso con Palomonte, perché si possa preservare anche la lingua locale.
Non solo è piacevole trascorrere del tempo con i miei parenti, ma trovo sia bello anche il paese. Noi viviamo in città e siamo molto lontani dalla tranquillità che si respira qui a Palomonte.
Fra le feste con i parenti e i luoghi visitati ho continuato anche a completare l’albero genealogico della mia famiglia. Nel periodo trascorso qui, infatti, sia consultando gli archivi dell’anagrafe comunale che i documenti anagrafici conservati negli archivi della chiesa, sono riuscito a riempire quasi del tutto gli spazi vuoti. È stato un lavoro lungo iniziato circa 18 anni fa, ma sono davvero felice di poter dire, adesso, di poter dire di conoscere meglio la mia famiglia.
Mia mamma mi racconta sempre storie di Palomonte e da sempre mostra con orgoglio foto o video fatti in passato. È importante trasmettere il proprio legame ai propri figli. L’ha fatto mia madre con me e sono felice di farlo io con i miei figli.
A cura di Giuseppe Caputo